Non solo un'affresco.







 Da ben diciotto anni,  l’affresco rappresentante la vecchia casara di Molino che si trova sulla parete del Centro Culturale Molino, affacciato sulla strada, guarda il via vai di ogni giorno, ma se lui vede tutti,  pochi sono coloro che lo osservano, sarà perchè è lì da molto tempo diventando per questo parte integrante del luogo e quindi come tutte le cose che si vedono tutti i giorni  non sono più una novità,  evaporano dalla nostra attenzione e non hanno più nessun tipo di richiamo.
Ma anche le cose più insignificanti hanno la loro storia e sarebbe bello sentire il perché e come in molti dei nostri paesi, sono state fatte tante belle cose, da cosa è nata l’idea, come si è realizzata.
Sarebbe anche un modo per riconoscere l’impegno delle tante persone che ogni giorno si impegnano per valorizzare il proprio territorio
Ma vediamo ora come è nato l’affresco della “vecchia casara” al Centro Culturale di Molino. Nell’autunno dell’anno 2001 il Centro Culturale cercava un pittore disponibile a tenere un corso di pittura al sabato pomeriggio ed il pittore Luigi Rossetto, riconosciuto artista della nostra Valle, ha dato la sua piena disponibilità ed ha accettato volentieri.
Luigi Rossetto, pittore.
La sua passione per la pittura, unita al suo talento e l’entusiasmo che lo animava ha contribuito non poco alla buona riuscita del corso, dove i partecipanti erano letteralmente trascinati dal suo modo di insegnare e soprattutto di dipingere, tanto è vero che alcuni allievi hanno continuato a perfezionarsi anche dopo la fine del ciclo di lezioni.
Ma un fatto importante fu l’idea scaturita nelle ultime settimane, prima della conclusione del corso, quando il Presidente di allora, lanciò l’idea di fare un’opera con la partecipazione del maestro e di tutti gli allievi, che restasse nel tempo a ricordo di questo appassionante corso.
Naturalmente ognuno aveva la sua idea, che naturalmente era la migliore di tutte, ma alla fine tutti si trovarono d’accordo nell’eseguire un affresco sulla parete esterna del Centro Culturale, si va bene, ma cosa rappresentare? Quale soggetto?
Ma cosa si poteva rappresentare se non la vecchia casara turnaria di Molino sulle cui fondamenta è sorto il Centro Culturale?
Allievi del corso all'opera.
 Detto e fatto. Dopo gli indispensabili permessi si è innalzata l’impalcatura a ridosso della parete che si affaccia sulla strada e dopo molte arrampicate di Luigi e di tutti gli allievi, armati di tutto punto, con pennelli e altri arnesi adatti alla tecnica dell’affresco si sono dati da fare ad illustrare il lavoro della casara di un tempo ed il risultato è stato eccellente, grazie alla supervisione data dall'’occhio artistico di Luigi Rossetto e quindi Domenica 2 giugno 2002 si è inaugurata l'opera.
Lo scoprimento dell'affresco della vecchia casara.
 
La cerimonia dell'inaugurazione.
Da diciotto anni l’affresco della vecchia casara campeggia sulla parete del Centro Culturale, ormai è diventato per tutti un simbolo del luogo, ma per chi ha risalito quell’impalcatura su e giù per molte volte, per contribuire con qualche pennellata al dipinto è molto di più, è un pezzetto del proprio  cuore.

Per tornare  a Luigi Rossetto, l’affresco della vecchia casara di cui abbiamo raccontato è solo una delle sue innumerevoli opere, suddivise in pitture a olio, acquerello, sanguigna, china e naturalmente l’affresco. La sua vita la passa tra Arzignano e a Durlo, dove tiene anche un Studio Espositivo ( La Rindola) che vi consigliamo vivamente di visitare e dove potrete ammirare molti dei suoi lavori, che meritano senz’altro di essere visti.
Fin da bambino aveva la voglia di fare il pittore, con l’arte ha iniziato molto presto, durante la scuola, e poi finiti gli studi ha frequentato vari corsi serali, da bravi maestri, come: Vico Calabrò, Miraldo Beghini, Elio Lascripa, Luigi Calligaro, prof. Serafini. 
Uno dei tanti dipinti di Luigi Rossetto.
 Le tecniche artistiche alle quali ha avuto delle validissime nozioni, sono: l’olio – la tempera – il gessetto – il pastello – il disegno \ china – l’incisione -  l’affresco  e la sanguigna, per quanto riguarda “l’acquerello” è esclusivamente autodidatta.
Nel 1995 ha frequentato il laboratorio d’arte  di affresco a Caldogno (Vi) tenuto da Vico Calabrò. La fucina della sua ispirazione è il paesaggio, le nature morte e la figura, essendo un pittore postimpressionista.
Gli piace molto dipingere anche  in chiave “espressionista” ispirandosi  alla società contemporanea, alla leggenda, a volte la mitologia , il grottesco, il satirico. Moltissime sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero.



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